21 Marzo 2018 admin 0Comment

Quello di Bergamo è un territorio che al green ci è arrivato un po’ a rilento, ma che ora lo fa rendere. Eccome se lo fa rendere. Sarà che l’eco-friendly piace, sarà che pensare in chiave sostenibile piace e fa lavorare più sereni: fatto sta che il movimento del biologico in bergamasca cresce. E con numeri da record.

Bio in bergamasca, alcuni numeri

Secondo i dati della Coldiretti di Bergamo, nel quinquennio 2010-2015 il numero dei produttori agricoli e artigiani certificati bio o in attesa di certificazione sul territorio bergamasco è praticamente triplicato. E’ infatti passato dai 75 nel 2010 ai quasi 200 del 2015. Insomma, una crescita vertiginosa. Sono i dati elaborati dalla Coldiretti di Bergamo.

E a questi si aggiungano tutte quelle realtà piccole o piccolissime che già operano biologico, pur senza poter conseguire la (costosa) certificazione che lo attesti. Basta girare per le campagne, esplorare le valli, navigare con attenzione sul web e su tutti i piccoli portali a tema per rendersene conto. E’ un folto sottobosco di aziende agricole e produttori silenziosamente attivi nel recupero di antiche tradizioni, nella valorizzazione di colture e produzioni territoriali, nella conservazione di saperi agricoli che rischiano di essere dimenticati. E che non figurano in nessun elenco “ufficiale”.

Vitivinicolo al top tra i settori green

Tra i settori più vivaci sul piano della produzione biologica nel territorio bergamasco, si può segnalare il vitivinicolo. Sono circa 2mila gli ettari dedicati alla coltivazione di viti, concentrate prevalentemente nella fascia collinare a sud est del capoluogo, in zona Valcalepio, dove la vicinanza con il Lago d’Iseo e il clima mite favoriscono questo tipo di coltura.

Le cantine certificate bio in bergamasca sono più di una decina, ma il numero è destinato a crescere grazie alla sempre più viva attenzione sul tema. Tra le cantine “neonate”, infatti, molte hanno iniziato già in filosofia green, così da evitare la conversione e puntare dritti alla produzione ecologica.

La produzione vitivinicola ecologica si rifà ai metodi di coltivazione antichi che, oltre a rendere sul piano economico, nutrono anche la salute del consumatore e favoriscono la ricchezza biologica del terreno.

Dalla produzione casearia all’apicoltura green…

Non solo vino, ovviamente. Tra le colture più rappresentate in provincia di Bergamo troviamo quelle orticole e di frutta piccola. Grande forza sta prendendo anno dopo anno pure la produzione casearia biologica, grazie al recupero di vecchie malghe in montagna e alla proposta di formaggi con latte biologico e produzione biodinamica.

Notevole impulso anche all’apicoltura, con la riscoperta dei mieli tipici bergamaschi, alle aziende agricole di erbe officinali, alle fattorie didattiche e a tutte quelle attività collaterali al mondo dell’agricoltura e dell’allevamento. Insomma, un trend che continua a crescere.

Maggiore consapevolezza nel consumatore?

Se si va a chiedere ai produttori bio della provincia di Bergamo, la risposta è quasi univoca: maggiore consapevolezza sì, ma con riserve. Il mercato locale accoglie le filosofie green ma lo fa lentamente, a differenza del mercato estero che invece è prontissimo ad accogliere proposte e produzioni locali e di denominazione controllata e certificata.

Sul territorio bergamasco, invece, l’attenzione c’è ma cresce piano. Ma i produttori non mollano: cura della filiera, scelta delle materie prime, recupero dei saperi locali… E sarà il futuro a dare ragione alla scelta sostenibile della bergamasca! Il dato di fatto è che, velocità di consapevolezza a parte, la richiesta di biologico da parte dei consumatori è sempre più elevata, e le aziende si stanno attrezzando per rispondere alla richiesta.